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Moliterno (Pz)

É tra le cittadine più vivace della Lucania, domina la Val d'Agri ed è un'apprezzata meta di villeggiatura per il suo borgo con eleganti palazzi e maestosi portali, per le sue stradine e per le sue innumerevoli Chiese.

da visitare:

La Chiesa Matrice dell'Assunta che presenta una bellissima cupola ad opera di Ignazio De Jullis, allievo del Vanvitelli e vanta al suo interno una grande tela di scuola napoletana del XVI sec. raffigurante l'Ultima Cena.

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Di grande rilievo anche la Chiesa di Santa Croce del 1613, con pregevoli altari lignei, sculture barocche e una tela raffigurante la Deposizione di Gesù dalla Croce.

Le origini di Moliterno si perdono nei meandri del tempo, pare che fosse già abitato in epoca pre-romana; la scoperta di resti di una tomba lucana hanno documentato la presenza del popolo lucano in questo territorio.
Intorno al X sec. d.C. il "pagus" di Moliterno, formatosi su di uno sperone roccioso, si ingrandì per l'arrivo dei profughi di Grumentum scampati ai saccheggi da parte dei Saraceni. Questi si raccolsero intorno alla torre longobarda a fusto circolare, che aveva funzione di vedetta e serviva a tenere lontano i Saraceni che imperversavano con le loro scorrerie.
Nel XI sec. Moliterno passò sotto la dominazione Normanna e fecero edificare intorno alla torre longobarda il resto del castello, che con la sua possente mole ancora oggi domina la cittadina. Attualmente il castello conserva ben poco dell'antica costruzione, la massa dell'edificio come appare oggi è una costruzione seicentesca e molte modifiche sono state apportate nei secoli successivi.
Moliterno divenne particolarmente vivace a partire dal 1700 nel campo dell'arte e della scienza, acquistando la fama di capitale culturale della Val d'Agri e la denominazione di "Piccola Firenze del sud": le scuole si moltiplicarono, si sviluppò un'accademia di studi, fiorì il teatro e nacque una scuola di medicina.

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Moliterno è stata anche la patria di grandi cittadini che si distinsero nelle armi, nelle arti e nelle lettere.
Tra tutti sono degno di ricordo Giuseppe Parisi (1757-1829) che fondò la "Nunziatella" di Napoli;
Giacomo Racioppi (1827-1908) storiografo di fama internazionale; Francesco Levito (1830-1906) più volte deputato che promosse la venuta di Zanardelli (ministro che abolì in Italia la pena di morte) in Lucania; Michele Tedesco (1834-1915) pittore che insegnò nella scuola fiorentina.

Un altro degli aspetti più interessanti per il visitatore è la gastronomia: la maniacale ricerca della genuinità operata da sempre dalla gente del posto fa si che in questo paese si può godere di una delle più gustose cucine del nostro Sud. La cucina moliternese viene apprezzata soprattutto per la cura dei prodotti locali: funghi, cacciagione e formaggi. Non a caso Moliterno è stato sin dal passato un centro famoso per la produzione di formaggio. Il Racioppi nell'indicare l'etimologia del nome Moliterno preferisce il latino "Mulcternum"luogo dove si coagula il latte cioè cascina.

Fin dal primo formarsi del borgo gli abitanti si sono dedicati all'attività pastorizia e a quella casearia, questa attività si è trasformata nel tempo in una vera e propria tecnica per la produzione del pregiato e ricercato pecorino "Canestrato di Moliterno",caratterizzato da uno speciale metodo di stagionatura e salatura che ha reso celebre in tutto il mondo la ridente cittadina di Moliterno.

Moliterno dispone di una ben organizzata Biblioteca comunale con ambienti attrezzati, con postazioni internet, con molteplici sale adibite non solo alla lettura ma anche a momenti di socializzazione e di svago, di cui i ragazzi del luogo possono usufruirne ampiamente.


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